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L’ANALISI

L’IA nell’informatica forense e nei procedimenti giudiziari: casi d’uso e problemi



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L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’informatica forense o in ambito giudiziario presenta vantaggi ma anche alcune sfide, legate all’affidabilità e alla precisione dei risultati ottenuti. Sebbene, dunque, sia inevitabile un suo ruolo sempre più importante, sarà necessario istituire un quadro di riferimento adeguato

Pubblicato il 8 mar 2023

Michele Vitiello

dottore in Ingegneria delle Telecomunicazioni, socio fondatore di ONIF, Perito del Giudice, CTU, Consulente della Procura della Repubblica



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Nel mondo dell’informatica forense l’AI viene utilizzata già da parecchio tempo: molti software hanno implementato funzionalità utili agli investigatori digitali per analizzare e categorizzare dettagliatamente grandi quantità di dati, identificare pattern e correlazioni che potrebbero essere difficili o richiederebbero molto tempo per essere rilevati manualmente. Inoltre può essere utilizzata per automatizzare molte delle attività ripetitive che sono tipiche di questa disciplina forense, come ad esempio l’individuazione di immagini di natura pedopornografica o raffiguranti sostanze stupefacenti, consentendo agli investigatori di concentrarsi su analisi più complesse e di alta priorità. test

How AI Could Reinforce Biases In The Criminal Justice System

I motori di ricerca, come ad esempio Google, utilizzano funzioni dell’intelligenza artificiale per sviluppare protocolli in grado di riconoscere elementi multimediali ritraenti minori in atteggiamenti sessuali, aiutando le autorità competenti ad indagare su queste attività illegali e prevenire la diffusione di materiale pedopornografico.

O, ancora, all’interno dei software Cellebrite e Magnet Axiom, questa nuova tecnologia viene sfruttata per migliorare la capacità di estrarre, analizzare e interpretare i dati da supporti informatici (dispositivi mobili, pc e memorie), aiutando a identificare pattern e relazioni tra i dati, velocizzare la categorizzazione di immagini, filmati, e-mail e messaggi di testo, per rendere più precisi i risultati delle ricerche.

Di questo passo, dunque, l’intelligenza artificiale assumerà ruoli sempre più importanti.

Audio forensics e riconoscimento facciale

Altri campi in cui è stata implementata questa tecnologia con ottimi risultati riguardano il mondo dell’audio forensics e del riconoscimento facciale.

EasyVoice Biometrics, software utilizzato per effettuare il riconoscimento vocale in grado di identificare una persona in base alla sua voce, analizzando le caratteristiche uniche del tono, del ritmo e del timbro, utilizza algoritmi avanzati per addestrare i suoi modelli su grandi quantità di dati vocali per migliorare continuamente le prestazioni del sistema.

Altro esempio è Openface, il quale sfrutta deep learning, una forma di apprendimento automatico basata su reti neurali, per addestrare i suoi modelli di riconoscimento facciale su grandi quantità di dati di volti, al fine di analizzarne i tratti distintivi come la forma e la posizione degli occhi, il naso, la bocca e le orecchie, confrontando queste informazioni con quelle di soggetti terzi per identificare corrispondenze.

Le sfide dell’AI nell’informatica forense

Tuttavia, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’informatica forense presenta anche alcune sfide, ad esempio, può essere difficile garantire che i risultati ottenuti siano sempre affidabili e precisi. Inoltre, l’IA può essere influenzata da errori di addestramento, il che può portare a conclusioni errate, quindi è importante che gli investigatori siano sempre consapevoli delle attuali limitazioni e che utilizzino questa tecnologia con attenzione e spiccato senso critico, effettuando sempre delle verifiche sui risultati ottenuti.

Un’altra disciplina che potrebbe avere risvolti molto importanti rispetto all’utilizzo dell’AI è quella giuridica. A livello legale non esiste ancora una norma che regoli l’uso e l’applicazione dell’intelligenza artificiale a livello globale, tuttavia, alcuni paesi e organizzazioni hanno iniziato ad elaborare alcune leggi e linee guida per disciplinarne l’impiego.

La Commissione UE ha proposto un regolamento con l’obiettivo di istituire un quadro di riferimento legale volto al mercato dell’Unione Europea, garantendo che l’AI venga utilizzata in maniera etica e responsabile.

Per quanto concerne il panorama italiano è intervenuto il Garante della protezione dei dati personali al fine regolarne l’utilizzo, assicurando un elevato livello di protezione dei dati, dei diritti digitali e delle norme etiche.

L’IA nell’ambito dei processi civili e penali

L’intelligenza artificiale, quando addestrata correttamente, è in grado di adattarsi a tutti gli ambiti della vita, tra cui anche quello dei processi civili e penali, per i quali si ipotizza di utilizzare tale tecnologia per:

  • Istituire banche dati giurisprudenziali per il supporto e la stesura di parte di provvedimenti, anche come strumento per la prevedibilità di decisioni giurisdizionali;
  • Vagliare il rischio di recidiva soprattutto nei sistemi predittivi, nella valutazione della pericolosità e applicazione di innumerevoli istituti processuali;
  • Prevedere e prevenire la commissione dei reati e aiutare lo specialista nella ricerca di fonti di prova;
  • Supportare la valutazione della credibilità dei testimoni, la previsione del comportamento delle parti e la determinazione della pena più appropriata.

Tuttavia, come in tutti i campi di applicazione, l’utilizzo in procedimenti giudiziari presenta anche alcune sfide. Ad esempio, come per il caso dell’informatica forense, errori commessi in fase di addestramento potrebbero condurre a conclusioni errate o decisioni ingiuste, cosa non di poco conto da tenere bene in considerazione. Inoltre, l’utilizzo dell’AI può essere percepito come minaccioso per la privacy e la protezione dei dati, sollevando preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla comprensibilità delle decisioni prese dalla tecnologia.

Conclusioni

L’intelligenza artificiale rappresenta un punto di svolta nella storia dell’umanità, poiché essa non solo potenzia la nostra capacità di risolvere problemi e prendere decisioni, ma ci sfida anche a riflettere sulla natura stessa della conoscenza, della consapevolezza e dell’essere umani.

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